Scrivere non è un’attività semplice, soprattutto se si scrive per passione. Per scrivere è necessario concentrarsi ed entrare nell’argomento prima con il cuore poi con la mente.
In Tenuta Sant’Aquilina mi chiedono perché da un po’ di tempo non scrivo più sul nostro sito. Ci ho pensato e la risposta che mi sono dato è questa: in un periodo così complicato le preoccupazioni hanno occupato tutto il mio spazio interiore. Preoccupazioni per un futuro incerto per le aziende agricole in particolare vitivinicole. Timori per i figli chiusi in casa per mesi come negli anni più duri dell’ultima guerra. Ansia per la salute dei propri cari. Quando hai brutti pensieri in testa e vedi che chi dovrebbe tenere ben saldo il timone nella tempesta in cui è precipitata l’Italia, è più confuso di te, allora ti passa la voglia di scrivere.
Giulio
Giulio è un bravo agricoltore e uomo saggio. Dà sempre buoni consigli su come coltivare le viti per portarle a produrre uva sana e di qualità. Per noi è un amico prezioso e spesso vado a trovarlo per carpirgli qualche buona parola. Davanti a casa sua c’è un vecchio olivo che come quasi tutti i vecchi olivi ha una cavità profonda nel tronco. Il foro è accessibile attraverso un piccolo pertugio e da alcuni anni in primavera una coppia di upupa lo utilizza come proprio nido.
Il volo dell’upupa
Quando mi fermo a casa di Giulio osservo il comportamento dell’upupa maschio che incessantemente vola leggero come una farfalla per imbeccare la femmina che se ne sta ben riparata a covare. Quella, a sua volta, immagino nutra i suoi piccoli che tiene ben protetti fra le piume. Vedere il maschio volare instancabile tra il prato, dove cattura con il lungo e appuntito becco piccole larve e qualche lombrico, e il nido con quella sua caratteristica planata è veramente affascinante. Lo è al punto che la mente vaga e i pensieri si fanno più leggeri.
Il foro attraverso il quale avviene lo scambio tra maschio e femmina non è più alto di 80 centimetri dal suolo. Un’altezza limitata. Il gatto “rossino” di Giulio vede questo svolazzare continuo e con occhi attenti cerca di individuare il momento migliore per fare un balzo e agguantare quell’uccello variopinto. Ma l’upupa, dopo aver nutrito la femmina in meno di un secondo, nello spiccare il volo compie una cabrata con rapida virata, leggero come un aquilone o come una farfalla, e così trae in inganno il gatto sempre più scoraggiato dopo tanti tentativi inutili.
Leggerezza
È proprio questo modo di volare, leggero e imprevedibile dell’upupa, che mi affascina. Ed è osservandolo che mi viene voglia di scrivere ancora. Allora penso che anche noi con la mente dovremmo volare come l’upupa, leggeri e imprevedibili, e così sfuggire a tutti i gatti che ci attendono nell’ombra.
I gatti più pericolosi sono quelli che si aggirano per le campagne e ti chiedono se vuoi svendere il tuo vino perché sanno che le cisterne sono piene e tra meno di tre mesi dovrai fare posto alla nuova produzione. Ci sono poi altri gattoni che nonostante le difficoltà ti sommergono di scartoffie con la minaccia che se non sei a posto con la carta rischi sanzioni pesanti. E poi ci sono quelli che ti promettono interventi rapidi per risolvere i tuoi problemi, si impegnano a ridurre i tempi tecnici se ti è dovuto un sostegno a fronte di investimenti. Tu aspetti fiducioso ma nulla si muove.
Che fare?
Cosa possono fare gli imprenditori agricoli, in particolare i vitivinicoltori? Arrendersi a un destino crudele e ingiusto? Non penso sia questo il percorso per chi ha deciso di racchiudere in una bottiglia quanto di meglio sole e terra possono donarci. Dobbiamo prendere esempio dall’upupa di Giulio, volare leggeri e imprevedibili per sfuggire ai tanti gatti in agguato.
Clicca per vedere un bel video sul volo dell’upupa:
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