- La vendemmia 2019 si è da poco conclusa ed è stata lunga come non si verificava da molti anni. Iniziata in settembre con la raccolta delle uve bianche per la spumantizzazione, si è protratta fino alla terza settimana di ottobre con la raccolta finale del Cabernet-Sauvignon. La raccolta più tardiva rispetto al passato è dipesa da due fattori principali: l’andamento climatico estivo caratterizzato da frequenti piogge con conseguenti abbassamenti delle temperature e il carico di uva più elevato del solito proprio grazie alle piogge estive. Ora il vino nuovo sta terminando la fase di fermentazione primaria e si sta piano piano liberando delle impurità fecciose. Dovranno passare ancora alcuni mesi prima di poter dare un giudizio definitivo ma possiamo già descrivere a grandi linee il carattere della nostra produzione 2019/2020.
Vendemmia in due tempi
I vini rossi saranno vini strutturati con gradazioni abbastanza elevate, in alcuni casi oltre i 14 gradi. Nei vigneti a Sangiovese denominati “Borgazzano”, dal nome dell’antico borgo di Sant’Aquilina, abbiamo fatto una duplice raccolta. A fine agosto abbiamo selezionato i filari dai quali ricavare le uve migliori e su questi abbiamo proceduto con uno “scarico” dei grappoli in eccesso, per consentire una maturazione ottimale a quelli rimasti sulle viti. Questo ci ha consentito di portare in cantine uve sane, con maturazione ottimale ricche di colore.
Stessa cosa abbiamo fatto nella nostra “Rebola vecchia” e nel Bombino. Merlot e Cabernet non hanno avuto bisogno di nessuno “scarico” dal momento che nelle nostre colline si trovano talmente bene da non sbagliare mai un’annata. Tempo bello o brutto loro sono sempre perfette.
I vini bianchi, Pagadebit e Rebola, “promettono” bene. La gradazione alcolica è ottima, attorno ai 13 gradi, i profumi si preannunciano interessanti stessa cosa l’acidità. Con le uve bianche di questa vendemmia ripeteremo l’avventura dei vini “Al Manini”, i frizzanti bianco e rosato, rifermentati in bottiglia. Siamo tra i pochi ad aver affrontato il mercato dei frizzanti con un prodotto innovativo che richiede molta dedizione e costi elevati ma che si differenzia dai “solito frizzanti” metodo Charmat.
Le nuove attrezzature
Una volta giunte in cantina le uve, sia bianche che rosse, hanno avuto un “trattamento speciale”. Prima di tutto sono passate sul tavolo di selezione dove gli addetti hanno eliminato tutti i grappoli con acini difettosi, in modo da lasciare solo grappoli perfettamente sani. In seguito le uve bianche sono state inserite in una pressa dove hanno subito una pressatura soffice con estrazione in sottovuoto del mosto. In questo modo la parte liquida è passata dall’acino ai tini di fermentazione senza essere maltrattata da attrezzature laceranti.
Le uve rosse dopo la selezione sono state diraspate per mezzo di un tavolo vibrante e gli acini integri avviati ai tini dove hanno effettuato una macerazione a freddo per alcuni giorni prima di essere a loro volta pressati in modo soffice.
Tutte queste attenzioni alla pigiatura delle uve sono giustificate dall’0biettivo di avere meno fecciosità nei vini e per migliorare colore e profumi nel prodotto finito.
L’autunno è oramai inoltrato, le ore di luce sono sempre meno, la notte avanza. Il tempo dell’uva è terminato mentre è giunto quello delle olive. Vecchie amicizie ci lasciano, nuove speranze maturano. Il ciclo della vita si ripete sempre uguale sempre diverso e sorprendente.
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