Fattoria del Piccione tra storia e attualità

Una visita piacevole e tanti spunti di riflessione

Un caldo pomeriggio d’agosto

Un caldo pomeriggio d’agosto abbiamo deciso di fare visita a una cantina del bellissimo entroterra corianese. Siamo così giunti a San Savino di Monte Colombo e ci siamo presentati ai titolari della casa vinicola Fattoria del Piccione. Andrea Pasini, un giovane pieno di entusiasmo, ci ha accolti con calore e ci ha accompagnati in una interessante visita di tutto il palazzo nel quale si svolge la trasformazione in vino delle uve aziendali.

Ci siamo così trovati a fare un viaggio nel tempo visto che il palazzo nel quale ha sede la cantina risale al XVIII secolo. La struttura, inoltre, ingloba in parte le mura del castello di San Savino che ha origini più antiche, attorno al XV secolo.

Padre e figlio uniti nella valorizzazione dei vini

Dopo aver ascoltato Andrea nel racconto di come abbia avuto origine l’azienda e di come egli rappresenti la terza generazione, siamo passati alla visita della cantina vera e propria. Nel sotterraneo del palazzo abbiamo trovato il padre di Andrea, Stefano Pasini, intento a fare un travaso di vino. Con Stefano abbiamo avuto una lunga conversazione che ha toccato vari temi.

Gli argomenti principali della chiacchierata hanno riguardato le potenzialità del territorio riminese e la comune convinzione che la ricerca della qualità e delle eccellenze vitivinicole deve essere fatta conoscere e deve essere adeguatamente valorizzata.

Stefano e Andrea sono un eccellente esempio di viticoltori che svolgono il loro lavoro con passione e spirito di sacrificio. Quando parlano dei loro vigneti, delle operazioni manuali necessarie dalla potatura alla raccolta, del trasporto in cantina delle uve e la loro trasformazione in un contesto affascinante ma sicuramente non agevole, da tutto ciò emerge la passione per l’attività del vignaiolo.

La passione si trasmette ai prodotti

La passione che i Pasini mettono nella cura dei vigneti e nella vinificazione si ritrova tutta nei loro vini, sia rossi che bianchi. Ed è qui che nasce un po’ di rabbia. Nel vedere che spesso la fatica e la passione non sono adeguatamente riconosciuti dal mercato, oppure nel vedere che la più grande riviera d’Italia trascura e misconosce le eccellenze che prendono vita a 30 minuti dalle spiagge grazie al sudore dei viticoltori riminesi.

Obiettivo comune

Solo unendo le forze tra i viticoltori del territorio sarà possibile ottenere il giusto apprezzamento dei nostri vini. La ricerca della qualità dei nostri prodotti e una migliore comunicazione di ciò che siamo e produciamo, saranno le uniche armi a nostra disposizione. Con questa convinzione ci siamo lasciati e ci siamo dati appuntamento al dopo vendemmia per fare un bilancio e per programmare iniziative con tutti i vignaioli riminesi disponibili al confronto.

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